Sono in vacanza sulle colline del Cilento (Salerno) e, forte del consiglio datomi dal Presidente della FMI in occasione di un non lontano incontro, mi accingo a mettere nero su bianco circa un argomento che mi sta molto a cuore e che tiene occupata la mia mente da molti anni: il mandolino. Più precisamente la modalità, o le varie modalità sull'uso della penna, il plettro, per suonare questo caro strumento, che mi aiuta, oltre che dilettarmi, a vivere, e vengo al dunque.
Nel corso dei tanti anni della mia vita, ho consultato vari metodi e trattati che indicano come si deve tenere la penna fra il pollice e l'indice della mano destra e come la si deve usare per trarre melodie dal mandolino. Ne ho avuto grande beneficio e molta soddisfazione. Però, via via, mi sono accorto che, fra i tanti consigli e indicazioni, non vi è quello di cui mi preme parlare, cioè il rapporto fra la penna usata dall'alto in basso, che si indica comunemente con il segno " ^ ", o viceversa dal basso in alto con il segno " v ", e i tempi forti e deboli della melodia in corso di esecuzione, in special modo quando il movimento è in tempo Allegro, o anche in altri casi a cui farò cenno in seguito.
E spero di essere abbastanza chiaro nel dire che, in occasione della esecuzione di formazioni musicali, quartine o sestine, ecc., la penna dovrebbe essere usata dall'alto in basso sulla prima nota di ogni formazione e principalmente quando questa prima nota è in concomitanza con la prima nota della battuta.
Il salto di corda nella esecuzione delle note di una stessa quartina non si può evitare in talune composizioni, come ad esempio avviene nei concerti per mandolino di A. Vivaldi.
Debbo precisare che, a mio parere, tutte le note non soggette a tremolo vanno eseguite con la pennata dall'alto in basso.
E' immancabile che in ogni composizione musicale venga a trovarsi una frase in cui le modalità su esposte siano chiamate in causa (sempre a mio parere).
E concludo affermando che, al mio orecchio, la pennata dall'alto al basso trae dalla corda un suono diverso da quello ottenuto con la pennata dal basso all'alto; suono pieno, potente, anche delicato, se si vuole, nel primo caso; meno chiaro, meno incisivo, più debole nel secondo caso (sempre secondo mia opinione).
Orria Cilento, 4 agosto 2001
MARCELLO GUERMANDI
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