Non ho l’abitudine di elargire commenti o giudizi di maniera, ma la serata voluta da Giampietro Capelli, è stata ripagata con un’accoglienza entusiasta e molto partecipata, da un pubblico,non numeroso, ma vivace e “scanzonato”.
Mi riferisco allo scoppiettante concerto de “I mandolinisti di Bologna e di Parma” tenutosi al Teatro degli Alemanni, il 1unedì 19 maggio scorso. E’ stato un piacevole incontro con una tradizione, erroneamente, tramandata come produzione “povera”, in generale della musica occidentale, in particolare di quella italiana.
Quello che abbiamo ascoltato è un gruppo storico della nostra città.
Nato oltre sessant’anni fa ad opera dell’illustre maestro Marcello Guermandi, che ha saputo far conoscere la cultura del mandolino nell’ambito bolognese, fino alla sua scomparsa avvenuta nell’aprile del 2003. La sua eredità e dedizione è stata raccolta dalla prof.ssa Maria Cleofe Miotti, già collaboratrice del vecchio maestro e valente strumentista. Attualmente ricopre la carica di direttore artistico del gruppo.
Da qualche anno si è unito allo stesso il chitarrista napoletano Gianfranco Tarsitano che esegue e canta brani del repertorio classico napoletano.
L’organico è composto di mandolini, mandole e chitarre.
Il mandolino, come gli strumenti a plettro, è stato il compagno fedele di struggenti melodie ed appassionate serenate e, contrariamente alle vulgate popolari, a partire da Antonio Stradivari, al quale si deve il nome “mandolino”, molti sono stati i grandi musicisti e compositori della storia europea della musica che hanno affidato a questo piccolo strumento i sentimenti di allegria e di sognante malinconia.
I brani scelti per il concerto hanno sollecitato la partecipazione attiva, senza pudore, di molti dei presenti, tra cui la nostra “canterina” Presidente Clotilde, che da buon napoletana, ha esternato, con disinvoltura, la carica di emozioni sprigionata dalle immortali melodie di “O sole mio”, “I’ te vurria vasà” alle conturbanti note di Ketelbey ne “In un mercato persiano”, per finire al vortice romantico e di dolci armonie de “La vedova allegra”. Un applauso, ancora, a tutti gli strumentisti ed un particolare apprezzamento va alla mandolinista, di raffinata sensibilità artistica, Maria Cleofe Miotti.
Franchino Falsetti
da "Rotary Club Bologna Galvani"
Anno 2-Numero 12-Anno Rotariano 2007/2008
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