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mercoledì 22 ottobre 2008

Tira aria di novità...


Novità, non per noi, ma per voi!! Abbiamo un sacco di sedie senza braccioli nel ripostiglio della nostra saletta prove, quando verrete ad attaccarci il vostro nome sopra?

Mi è sempre stato detto che Bologna è la città della cultura, ma dove si sono nascosti i musicisti? Ogni tanto lo scrivo sul blog, 
Benvenuti i nuovi musicisti che hanno voglia di venire a suonare con noi!!! 

Il gruppo di Bologna in questo momento sta un pò "dimagrendo" ma i progetti sono molti e importanti. Passate parola ai vostri amici, a chitarristi timidi o a violinisti che hanno voglia di provare il cugino del loro amato strumento, per non parlare di mandolinisti che si sono persi per le vie di questa città. C'è posto per tutti!

Il repertorio del mandolino è molto vario e interessante, probabilmente non piacerà tutto a tutti, ma sicuramente ognuno riuscirà a trovare tra le note dei nostri spartiti, qualche melodia che non potrà mai più dimenticare.

lunedì 6 ottobre 2008

Il cervello dei musicisti lavora in modo diverso


Geni della musica, e non solo. Sembra infatti che il cervello dei “giovani Mozart” funzioni in modo diverso. Gli psicologi della Vanderbilt University (Usa), grazie a uno studio su “Brain and Cognition”, hanno scoperto che i musicisti ricorrono in modo più efficace a una tecnica creativa chiamata “pensiero divergente”, e usano contemporaneamente l’emisfero destro e sinistro della corteccia frontale più spesso rispetto all’uomo medio.

«Eravamo interessati a comprendere come le persone naturalmente creative guardassero ai problemi che possono essere risolti al meglio pensando fuori dagli schemi - spiega Bradley Folley, fra gli autori dello studio che sarà pubblicato su “Brain and Cognition” - Abbiamo studiato i musicisti perché il pensiero creativo fa parte della loro esperienza quotidiana. E abbiamo scoperto differenze quantitative nel tipo di riposte che danno ai problemi e nella loro attività cerebrale». Il lavoro è stato condotto su un gruppo di 20 studenti di musica classica della Vanderbilt Blair School of Music e su altrettanti coetanei non musicisti iscritti a un corso di psicologia dell’ateneo. Per indagare nella mente dei volontari i ricercatori si sono serviti di una tecnica chiamata spettroscopia nel vicino infrarosso, che ha permesso loro di misurare le modificazioni dell’ossigenazione del sangue nella corteccia, mentre un soggetto era impegnato in un test cognitivo. 

Così si è visto che il cervello dei giovani musicisti “gira in modo diverso”. E che, in generale, gli studenti di musica presentavano un Qi più alto dei colleghi non musicisti. Una scoperta che supporta recenti teorie secondo le quali una formazione musicale intensiva è associata a un alto quoziente d’intelligenza. Secondo gli scienziati, una possibile spiegazione potrebbe risiedere nel fatto che molti dei “nipotini di Mozart”’ devono saper usare le mani in modo indipendente per suonare il proprio strumento. Senza contare che tutti devono contemporaneamente essere in grado di leggere i simboli musicali e interpretarli.

Si tratta di funzioni governate da lati diversi del cervello. «I musicisti devono essere particolarmente bravi nell’integrare informazioni che arrivano da entrambi gli emisferi. Per leggere le note, infatti, si ricorre al sinistro, mentre per l’interpretazione della musica scritta si usa il destro», spiega Folley. 

da "http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/scienza/grubrica.asp?ID_blog=38&ID_articolo=976&ID_sezione=243&sezione=News"
Là dove si arresta il potere delle parole, comincia la musica

Richard Wagner